In questa guida spieghiamo come rivolgersi al prefetto.
Come ci si rivolge al prefetto nelle lettere? È questa la prima domanda che dovrebbero porsi tutti coloro i quali scelgono di inviare un messaggio scritto a questa carica dello Stato. Già, perché alla pari di onorevoli, giudici e prelati, anche il prefetto è un destinatario verso il quale occorre avere sempre il giusto riguardo, utilizzando cioè linguaggi e appellativi consoni.
Oggi tuttavia, complici anche la diffusione di metodi di comunicazione meno ufficiosi o ufficiali come i social media, è sempre più in disuso la formalità che portava un tempo a rivolgersi a certi soggetti con parole specifiche. Se anche tu hai dubbi sulla questione e sei in cerca di risposta quindi, nessun problema, non sei certo il solo! Per aiutare chi come te naviga ancora in alto mare, abbiamo pensato di raccogliere tutto quello che c’è da sapere su come ci si rivolge al prefetto nelle lettere.
Chi è il prefetto e cosa fa
Oltre che rivolgersi al prefetto in modo corretto, può essere interessante imparare una volta per tutte quali siano le funzioni ricoperte da questa carica statale.
Secondo quanto stabilito dall’ordinamento italiano infatti, il prefetto è un organo monocratico della Repubblica, ovvero un rappresentante del governo delle città metropolitane che presiede alla cosiddetta prefettura, anche conosciuta come ufficio territoriale del governo.
Questa carica quindi rientra sotto l’egida del Ministero dell’Interno, e può essere ricoperta solo da alti dirigenti che abbiano fatto carriera proprio all’interno degli uffici territoriali.
I suoi incarichi riguardano principalmente il presiedere posizioni di alto livello, come per esempio quella di capo della polizia.
Generalmente, il prefetto rappresenta l’autorità massima in faccende relative al coordinamento e al mantenimento della pubblica sicurezza. Egli è in grado di conseguenza di emanare decreti, ordinanze, ma anche di richiedere se necessario e soprattutto se previsto dalla legge, l’intervento delle forze militari dell’esercito italiano.
Diventare prefetto pertanto, richiede un periodo di tempo non indifferente, solitamente non inferiore ai 10 anni di attività all’interno delle prefetture e sotto il titolo di funzionari di carriera prefettizia.
Dal 1991, anche i dirigenti della Polizia di Stato possono essere nominati prefetti, e a partire dal 2000 questa carica è accessibile tramite concorso pubblico.
Appellativi indicati per rivolgersi al prefetto
Ora che conosciamo meglio l’importanza della carica prefettizia, viene più semplice capire come mai durante la redazione di una lettera al prefetto o di una comunicazione scritta (valgono dunque anche i messaggi di posta elettronica) sia necessario rivolgersi al prefetto con le dovute cautele.
Vietatissimo perciò chiamare il prefetto per nome o per cognome. Secondo la legge infatti, fino a pochi decenni fa questa carica dello stato doveva essere denominata con l’appellativo di Sua Eccellenza, abbreviato S.E. , alla pari cioè dii alti giudici e prelati.
Oggi tuttavia, sembra proprio che questo obbligo sia decaduto, e più precisamente sembra che sia stato l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quando ancora Ministro dell’Interno nel 1996 ad eliminare questo obbligo.
e vuoi scrivere una lettera al prefetto dunque, per apparire più contemporaneo potrai fare a meno di questa dicitura. Se invece sei una persona all’antica, sappi comunque che rivolgendoti al prefetto con questo appellativo non sbaglierai.
Oltre al titolo di Eccellenza tuttavia, potrai utilizzare altre diciture come Egregio, Gentile, Spettabile o Sig,, i quali si addicono indubbiamente a qualunque tipo di comunicazione formale, anche con cariche statali di alto rango.
Nella parte iniziale della tua comunicazione quindi, potrai scrivere semplicemente “Al Sig. Prefetto di (nome città)” e passare poi ad elencare oggetto della lettera e contenuto.
Lettere al prefetto – Stile e linguaggio
Quando si scrivono lettere a personalità importanti, non è mai solo una questione di appellativo iniziale. Più che utilizzare vecchi aggettivi infatti, sarà importante saper comporre una lettera chiara, seria e soprattutto rispettosa del destinatario.
Va da sé quindi che l’unica risposta giusta alla domanda “Come bisogna rivolgersi ad un prefetto nelle lettere?” è: in modo formale.
Ma cosa significa “formale” più nel dettaglio? Beh, innanzitutto formale vuol dire “che prevede l’uso della terza persona”. É il “LEI” l’unica formula corretta per rivolgersi al prefetto, quella che sicuramente ti permette di non sbagliare e soprattutto di essere preso sul serio.
Coniuga tutti i verbi alla terza persona singolare e mai alla seconda (Il “Tu”, quello che si usa per amici e parenti). Così facendo, sarai sicuro di aver usato un linguaggio consono.
Oltre alla persona utilizzata poi, un occhio di riguardo dovrà anche essere destinato alla scelta delle parole vere e proprie, le quali dovranno per quanto possibile essere più elevate e poco appartenenti ad un linguaggio scurrile o comunque basso, di tutti i giorni.
Se vuoi comunicare con il prefetto ma non sei sicuro di conoscere un linguaggio sufficientemente alto, il consiglio è di chiedere aiuto a persone che conosci e che magari per lavoro o per interesse sono spesso portate a comunicare in modo formale. Alcune delle figure più indicate per aiutarti sono avvocati, notai, ma anche impiegati della pubblica amministrazione.
Inoltre, ricorda che se hai dei dubbi su come si scrivano certe parole, il dizionario può venirti in aiuto in modo rapido ed efficace! Oggi infatti, oltre ai classici libroni di una volta, è possibile reperire una vasta gamma di dizionari anche online, i quali presentano la stessa qualità e completezza di quelli cartacei. Niente male vero?
Infine, ci teniamo a ricordarti che quella di prefetto è una carica ufficiale, pertanto è assolutamente vietato utilizzare parole che possano essere riconosciute come insulto.
Conclusioni
Quelli sopra elencati sono tutti i consigli migliori per rivolgerti al prefetto nelle lettere in modo corretto.
Come avrai notato, grazie al passare del tempo alcune antiche tradizioni e regole sono cadute in disuso, ma ciò non significa che insieme ad esse siano decadute anche le formalità.
Per questo motivo, prima di spedire la lettera o l’email che hai scritto al prefetto, ti consigliamo sempre di rileggerla attentamente ed eventualmente di farla controllare a chi più di te ha a che fare con contesti formali o ufficiali.
Così facendo, siamo certi che il tuo messaggio verrà non solo ricevuto ma anche letto con l’interesse che merita!