In questa guida spieghiamo come scrivere le conclusioni in una tesi.
Quella delle conclusioni è una sezione indispensabile per completare e conferire valore alla tesi. Scriverla nel modo corretto permette non solo di esporre in modo chiaro i risultati ai quali sei pervenuto, ma anche di incoraggiare la comunità scientifica e i futuri ricercatori a portare avanti le tue ipotesi e a cercare nuove prove di validazione o falsificazione. Se è la prima volta in cui ti trovi a dover scrivere le conclusioni di una tesi,potresti avere qualche dubbio circa la struttura da seguire e la modalità si scrittura da adottare. In questo caso, nessun problema: nel seguente articolo esamineremo tutti i passaggi necessari per la stesura corretta delle conclusioni, così da metterti nelle condizioni di completare il lavoro in autonomia e di concludere la tesi in modo impeccabile.
Conclusioni Tesi – A Cosa Servono
Le conclusioni della tesi hanno lo scopo di fornire al lettore risposte relative ai quesiti che hanno animato il lavoro di ricerca. Si tratta di una sezione che deve risultare il più possibile pertinente e chiara, e che non deve in alcun modo essere confusa con i ringraziamenti.
Nella conclusione infatti, lo studente/ricercatore deve inserire in maniera armoniosa ed organica i risultati dello studio, rispondendo al contempo alle domande più importanti dalle quali la ricerca stessa è partita. Attenzione però: non è detto che al termine del lavoro si sia potuti effettivamente giungere ad una verità assoluta. In questi casi infatti è necessario arricchire le conclusioni spiegando al lettore che il lavoro svolto fino a quel momento costituisce una porzione del cammino, e che da quanto elaborato sarà possibile ripartire per proseguire nelle ricerche.
I ringraziamenti servono invece ad illustrare al lettore tutti i contributi ricevuti durante la redazione della tesi, i quali possono comprendere il supporto di docenti, enti di ricerca, familiari e amici. Operata questa distinzione fondamentale, vediamo quindi come strutturare delle conclusioni e quali informazioni inserirvi all’interno.
Come Strutturare le Conclusioni
Iniziamo la disamina della struttura delle conclusioni di una tesi premettendo che non esiste una lunghezza fissa da rispettare, ma che è comunemente noto come le conclusioni non possano costituire un capitolo a parte, quanto piuttosto uno spazio unicamente dedicato alla presentazione dei risultati precedentemente elaborati. Secondo quanto è possibile osservare in rete e presso la maggior parte degli atenei, la lunghezza media delle conclusioni di una tesi è di circa 300 parole, con le conclusioni di tesi triennale che possono scendere fino a 200 e quelle di una tesi sperimentale o specialistica che arrivano fino a 400.
Introduzione
Ecco perché è molto importante far partire le conclusioni con una giusta introduzione, indispensabile per accompagnare il lettore alla scoperta dei risultati. Alcune frasi utili per introdurre le conclusioni della tesi includono
-In conclusione, la presente ricerca ha rivelato aspetti chiave che indicano…
-In sintesi, le prove raccolte durante questo lavoro dimostrano in modo convincente che…
-Alla fine di questo studio, è emerso un quadro chiaro che suggerisce…
Resoconto delle evidenze e dei risultati
A seguire, è fondamentale riportare nel testo una rassegna delle principali osservazioni svolte sul campo o in laboratorio, in modo da poter esprimere le idee basandosi su fatti certi ed osservati. Occorre quindi spiegare brevemente quanto è stato osservato, senza però mai aggiungere nuove informazioni all’interno della conclusione.
Sarebbe un grave errore omettere alcuni dei dati osservati per poi esporli al termine del lavoro, senza averli precedentemente discussi ed elaborati. Inoltre, è sempre bene non inserire nuovi esempi o tentativi di spiegazione che si basino su osservazioni nuove.
Questo zig zag potrebbe creare confusione nel lettore, il quale probabilmente volendone sapere di più andrebbe a ritroso nel lavoro alla ricerca delle discussioni e della presentazione dei dati, senza però trovare un riferimento concreto con quanto esposto.
Interpretazioni
Questa parte delle conclusioni è forse la più importante in assoluto, in quanto serve per dimostrare che lo studio compiuto sia valido. Si tratta di una parte da sfruttare abilmente e soprattutto con umiltà, cercando di mettere in evidenza i reali passi in avanti svolti. Le interpretazioni sono infatti oggetto dell’analisi da parte dei colleghi, i quali potranno servirsene per sviluppare nuovi lavori e per confermare o smentire quanto da te elaborato.
Cerca quindi di svolgere questa parte delle conclusioni nel modo più dettagliato possibile, evidenziando se e come le tue scoperte abbiano apportato nuove prospettive alla disciplina, nuovi punti di vista su un argomento già conosciuto e così via. Nel descrivere questi aspetti, ricorda di mantenere il più possibile un atteggiamento scientifico, partendo quindi da una posizione di oggettività.
Esposizione dei limiti della ricerca
Un’ulteriore parte fondamentale da includere nelle conclusioni di una tesi è quella relativa all’esposizione delle lacune che accompagnano il lavoro o che si sono presentate sul campo durante la ricerca.
Attenzione però a non svalutare la ricerca e a non esagerare con la messa in evidenza dei limiti, in quanto un atteggiamento di questo tipo potrebbe far apparire deboli alcune delle tue considerazioni e mettere in cattiva luce quanto svolto.
Cerca piuttosto di raccontare con minuzia e attenzione quello che credi sarebbe potuto andare meglio, evidenziando anche i tuoi errori durante la redazione dell’elaborato più che durante il lavoro di ricerca.
Raccomandazioni per il futuro
Una volta esposti i risultati e messi in evidenza i punti critici della ricerca non ti resta che destinare una breve porzione delle tue conclusioni alle raccomandazioni per i tuoi colleghi e per gli studi futuri. Avendo una padronanza approfondita dell’argomento, potrai illustrare in poche righe alcuni principi chiave che animeranno il lavoro dei tuoi successori, oltre che naturalmente raccontare tu in prima persona ai ricercatori come sfruttare al meglio il tuo lavoro. Ricorda che anche in questo caso è sconsigliato stilare una sorta di lista di elementi mancanti dalla tua tesi.
L’obiettivo delle raccomandazioni è piuttosto quello di stimolare gli altri a operare ricerche per proprio conto, inerenti e tangenti ma non del tutto coincidenti con le tue, così da poter ravvivare e stimolare il dibattito su un determinato argomento.
Evita per quanto possibile le generalizzazioni come “Servono più studi su questo argomento” e concentrati invece su quelli che ritieni essere i punti focali della materia.
Quali tempi verbali usare
L’uso dei tempi verbali corretti è un aspetto centrale nella redazione di una conclusione della tesi. A differenza di altri elaborati infatti, la dissertazione finale per la laurea richiede una certa precisione nell’esposizione dei dati e nell’uso della lingua.
Più nello specifico, per scrivere nel modo corretto occorre sempre utilizzare i seguenti tempi:
-Tempo presente, per riportare i fatti che hanno animato la ricerca. Un esempio potrebbe riguardare uno studio svolto su alcune aziende, in cui scrivere “La ditta Z non presenta una politica di marketing aggressivo. Essa utilizza piuttosto una forma moderata di promozione tramite mail”.
-Tempo passato prossimo, per riferirti alle ricerche effettuate. Più nel concreto, questa parte si traduce con frasi come: “La presente ricerca ha analizzato le modalità di promozione di un prodotto presso l’azienda Z. I risultati ottenuti hanno evidenziato come …”.
Utilizzando queste formule, permetterai ai lettori di seguire il tuo discorso in modo più fluido, evitando di generare confusione.