In questa guida spieghiamo come rispondere a un rifiuto di lavoro, elencando alcune strategie per scrivere una risposta educata e corretta al recruiter o all’intervistatore.
Durante il corso di una carriera, non importa quanto duratura, può capitare a tutti di incappare in un rifiuto lavorativo. Quando la concorrenza è alta e le competenze in gioco sono tante, è molto facile vedersi sottrarre da sotto il naso l’opportunità sulla quale si era tanto investito. Questa eventualità, per quanto poco desiderata e talvolta dolorosa, non deve però mandarti in crisi, soprattutto se oltre al lavoro per cui sei stato rifiutato ti sei candidato ad altre offerte.
Anche se la delusione è un sentimento più che lecito, il consiglio è di scrollarti di dosso la tristezza e di passare al “contrattacco” quanto prima, mettendo subito in evidenza la tua maturità e la capacità di accettare le sfide del mondo del lavoro, anche quelle più negative come un rifiuto.
Non è poi così raro che rispondendo come si deve ad un rifiuto si finisca per ricevere a pochi mesi di distanza una seconda chiamata dall’azienda: i recruiter sono infatti molto attenti nell’arricchire il cv che hai portato loro con ulteriori dettagli ed informazioni sul tuo conto. Ecco perché anche dopo un rifiuto avvenuto in sede di colloquio o tramite e-mail, è sempre opportuno avere un’ulteriore carta da giocare: scrivendo una lettera di ringraziamento dopo un rifiuto di lavoro, potrai fissare nella memoria degli intervistatori un’immagine di te seria e professionale, oltre che cordiale e comunque determinata a mantenere vivi i rapporti con l’azienda in oggetto.
Perchè rispondere a un rifiuto di lavoro
Molti ritengono che dedicare del tempo alla redazione di una lettera di risposta ad un colloquio andato male non sia solo inutile ma anche sbagliato. Perchè, in fin dei conti, dovresti rispondere ad un datore di lavoro che non ha fatto altro che liquidarti con il classico “Le faremo sapere” per poi dirti che non ha bisogno di te?
In realtà, la risposta a questa domanda è meno scontata di quello che sembra. Rispondere ad un rifiuto di lavoro infatti è un’operazione ricca di vantaggi per il futuro. Vediamo subito quali sono quelli principali.
-Ringraziare per rimanere in lista
Uno dei primi motivi che portano i candidati a rispondere in modo cortese e professionale ad un rifiuto lavorativo risiede nella volontà di manifestare la propria visibilità anche nelle successive ricerche da parte dell’azienda. Non è detto infatti che solo perché hai ricevuto un sonoro no una volta le cose siano destinate ad andare così per sempre: inviando la tua lettera di ringraziamento, potrai infatti aumentare le probabilità che un responsabile HR tenga di buon occhio le tue future candidature, anche qualora dovessero riguardare posizioni differenti da quella iniziale.
-Per esaltare se stessi e la propria professionalità
Oltre alla voglia di lavorare per l’azienda in questione, nella lettera di ringraziamento dopo un rifiuto di lavoro potrai anche inserire una serie di ringraziamenti e di cortesie essenziali per mettere in risalto le tue qualità umane e professionali. Certo, nessuno ti chiede di iniziare un elogio prolisso ed eccessivo dell’azienda o di qualcuno dei suoi dipendenti, ma sappi per certo che una buona dose di ringraziamenti e di cordialità non potranno che metterti in buona luce agli occhi dei responsabili.
-Per allargare la propria rete di conoscenze
Un terzo motivo più che valido per dare vita ad una corrispondenza con i recruiter o gli altri addetti dello staff presenti al tuo colloquio consiste nel creare un network di conoscenze più ampio e possibilmente appartenente ad un settore specifico, quello per il quale ti sei candidato. Capita spesso che dopo aver trascorso alcune ore a conversare con potenziali “colleghi” di un’azienda di tuo interesse, a nascere siano legami di collaborazione o di amicizia anche esterni alla stretta realtà aziendale, tutti fondamentali per permetterti di tessere una rete più larga rispetto a quella con cui ti sei presentano la prima volta. Ecco quindi che dopo un rifiuto è sempre consigliato ringraziare la persona che ti ha intervistato, così da poter comunicare con lei ed eventualmente mantenere vivo lo scambio di idee e di progetti per il futuro, naturalmente solo se il contesto è idoneo per una comunicazione più informale. Non sempre infatti è possibile mantenere vivo il rapporto con il recruiter, soprattutto se la schiera di candidati è molto numerosa e le posizioni per cui ti candidi sono di alto livello.
Infine, rimane un ultimo motivo per cui potresti trovare interessante l’idea di rispondere ad un rifiuto in sede di colloquio: stiamo parlando dell’eventualità per la quale il candidato effettivamente scelto rinunci all’incarico, rendendo nuovamente libera la posizione per cui ti sei proposto.
Evitando di creare un brutto clima con l’azienda che ti ha rifiutato e preservando quindi buoni rapporti, sicuramente sarai tu uno dei primi candidati ad essere contattato per ricoprire la posizione scoperta!
Come rispondere a un rifiuto di lavoro
Se le motivazioni sopra riportate ti hanno convinto, è il momento di passare all’azione. Il consiglio è di scrivere un ringraziamento dopo un rifiuto solo se senti davvero di aver superato la delusione, così da evitare di apparire forzato o poco sincero. Se subito dopo la comunicazione negativa ti senti arrabbiato, non preoccuparti: è più che normale provare risentimento, delusione e frustrazione, e talvolta per tornare a sorridere sono necessari alcuni giorni.
Trascorso il giusto quantitativo di tempo, potrai iniziare a redigere un messaggio che faccia comprendere all’azienda come nonostante il rifiuto, tu ti senta comunque di ringraziare i recruiter per il tempo a te dedicato. La scrittura inoltre, rappresenta una via molto utile e pratica per distaccarsi dalle emozioni troppo forti, e mettere nero su bianco i tuoi pensieri ti aiuterà ad osservarli da distante, in modo più aperto e sereno.
Ecco quindi alcuni spunti per scrivere un ringraziamento adatto ad un contesto lavorativo formale
-Inizia la lettera presentandoti e ricordando ai recruiter chi sei e perché ti sei presentato al colloquio, quale fosse la posizione per cui ti sei candidato e cerca di evidenziare alcuni aspetti o discorsi che hanno caratterizzato il tuo colloquio (eventuali riferimenti, battute o altri discorsi fatti faccia a faccia con il tuo intervistatore);
-Dopo aver fatto capire chi sei, ricorda al destinatario l’esito del colloquio ed esprimi la tua delusione ed il tuo dispiacere in modo garbato, esponendo quanto tenessi alla posizione lavorativa per la quale sei stato scartato.
-Manifesta disponibilità, comunicando che nonostante il rifiuto da parte dell’azienda rimani a disposizione per ricoprire eventuali nuovi ruoli e per essere ricontattato nel caso in cui servisse del personale. Ribadisci come il tuo CV sia stato aggiornato e come i recruiter possano consultarlo ogni volta in cui si liberi una posizione lavorativa;
-Restituisci il tuo punto di vista sul colloquio andato male, cercando di comunicare all’azienda cosa pensi che sia andato male e cosa avresti potuto esprimere meglio. Chiedi ulteriori feedback da parte del recruiter, soprattutto se non ti è chiaro il motivo del rifiuto e se vuoi sapere come migliorare la tua presentazione durante i futuri colloqui.
Prima di inviare la tua risposta ad un rifiuto di lavoro, assicurati sempre che il tuo messaggio sia completo di tutti i riferimenti aggiornati ai quali l’azienda potrà contattarti. Solo così sarai certo di ricevere una risposta e, se il destino sarà dalla tua parte, una nuova offerta lavorativa.
Fac simile lettera di risposta a un rifiuto di lavoro
Di seguito è possibile trovare un modello di lettera di risposta a un rifiuto di lavoro da utilizzare come esempio.